Sinassario

Mosè nacque in Egitto e cresciuto in tutta la saggezza degli egiziani. Una volta cresciuto, vide Dio in un roveto ardente, gli parlò e ricevette da Lui l'ordine di liberare il popolo ebraico dalla mano del faraone. Sulla via di ritorno verso la Terra Promessa ricevette da Dio i dieci comandamenti. Mosè non è stato in grado di entrare nella Terra Promessa. Su ordine di Dio, salì sul monte Abarim, nel paese di Moab, e fu in grado di contemplare la Palestina da lontano. È morto lì sulla montagna.

Epistola

Ebrei 11,33-12,2a

 i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni,  spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.  Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione.  Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia.  Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati -  di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
 Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa:  Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

 Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti,  tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.