Sinassario

San Paramone subì il martirio sotto l'imperatore Decio (249-251). Si racconta che un certo Aquilino, mentre era in viaggio, si fermò in un centro di acque termali in cerca di sollievo da una malattia. Portava con sé un folto numero di cristiani prigionieri provenienti da Nicomedia e comandò che tutti loro offrissero il sacrificio nel tempio di Iside. Quando i cristiani si rifiutarono di eseguire la sua richiesta li fece massacrare tutti, al numero di 370. San Paramone, vedendo il loro omicidio, coraggiosamente gridò contro un tale atto di empietà e il suo manifestarsi gli valse il martirio.

Epistola

Romani 8,14-21

 Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio.  E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».  Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.  E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
 Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
 La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio;  essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza  di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.