Sinassario

Nella domenica odierna, successiva alla Pentecoste, la Chiesa commemora tutti i Santi che in ogni tempo si sono resi fulgidi testimoni della verità della fede cristiana. Il giorno di Pentecoste gli Apostoli insieme alla Madre di Dio, per volontà divina, ricevendo i doni dello Spirito Santo, sono divenuti portatori e testimoni nel mondo della Parola del Signore e a loro, nel corso dei secoli, si sono aggiunti tutti quegli uomini e quelle donne, persone note ed ignote, che hanno subìto e accettato volontariamente il martirio pur di restare fedeli al Signore. Ma l'odierna commemorazione non riguarda solo coloro che vennero dopo Cristo, ma anche i Profeti, i Giusti che lo annunciarono al popolo ebraico prima della sua venuta.

La domenica odierna è anche conosciuta come la prima del ciclo di Matteo perché dal lunedì precedente (del Santo Spirito) nella Divina Liturgia è iniziata la lettura del Vangelo di san Matteo che si concluderà nel mese di settembre nella domenica dopo l'Esaltazione della Santa Croce.

Vangelo

Matteo 10,32-33.37-38; 19,27-30

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi
».

Epistola

Ebrei 11,33-12,2

i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati - di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio.