Sinassario

Sant'Atanasio, detto il Grande, vescovo di Alessandria d'Egitto, è stato tra i più fervidi difensori della fede cristiana e trascorse la sua vita lottando duramente contro l'eresia di Ario. Nacque probabilmente ad Alessandria, intorno al 295, ebbe una buona istruzione sia sulla letteratura profana che nella conoscenza delle Sacre Scritture e fu discepolo di Sant'Antonio il Grande. Nel 325 accompagnò come segretario il suo vescovo Alessandro al Primo Concilio Ecumenico di Nicea e all'improvvisa morte di questo, il 17 aprile 328, fu chiamato a succedergli. La sua elezione avvenne in un periodo assai difficile per la chiesa alessandrina che a quel tempo viveva un momento di grandi divisioni per le eresie che cercavano di imporsi, prima fra tutte quella di Ario.

Ben presto il nuovo Vescovo subì gli attacchi degli ariani che, dopo il falso Sinodo di Tiro del 335, riuscirino a farlo esiliare a Treviri, in Gallia; il Santo potè rientrare dall'esilio per opera di Costanzo II, figlio di Costantino I, nel 337. Nel 339 il Santo fu nuovamente esiliato e al suo posto fu chiamato l'ariano Gregorio di Cappadocia. Atanasio si rifugiò presso Papa San Giulio I, Vescovo di Roma. In seguito, i Sinodi di Roma (340-341) e di Serdica (342) lo riconobbero innocente e alla morte di Gregorio di Cappadocia (345) il Santo riprese il suo trono e riportò la retta fede in Egitto. Dopo la morte dei suoi più importanti sostenitori, l'imperatore Costante I e Papa Giulio I, gli ariani tentarono in ogni modo di scagliare contro di lui anche l'episcopato d'occidente, per questo, dopo l'ennesima deposizione voluta dall'imperatore ariano Costanzo, Atanasio fu costretto a fuggire e nascondersi nel deserto, dove i monaci lo protessero per otto anni e tornò ad Alessandria solo nel 362, quando Giuliano l'Apostata salì al trono imperiale e richiamò tutti i vescovi esiliati dal suo predecessore. Allora Atanasio si dedicò a ristabilire l'ortodossia nicena mostrando però misericordia e tolleranza, poiché il suo fine era di consolidare l'unità cristiana, ma ciò non piacque all'imperatore che invece voleva ristabilire il paganesimo e per questo il Santo fu nuovamente allontanato. Tornò dopo pochi mesi, quando a Giuliano succedette il cristiano Gioviano. Quando poi salì al trono l'imperatore d'Oriente Valente, Atanasio fu per l'ultima volta esiliato, ma fu presto richiamato dallo stesso imperatore perché il popolo minacciava rivolte.

Il Santo Vescovo morì il 2 maggio 373, dopo aver trascorso in esilio diciassette anni, sei mesi e venti giorni.

Sant'Atanasio è uno dei più importanti Padri della Chiesa, detto "colonna dell'ortodossia", sostenitore e teologo dell'incarnazione del Verbo di Dio, che è vero Dio e vero Uomo. Atanasio fu il più tenace avversario dell'eresia ariana, secondo cui il Verbo era un Dio creato prima del tempo, una via di mezzo tra Dio e l'uomo. La sua più importante opera è il trattato su L'incarnazione del Verbo dove Atanasio dice che il Verbo di Dio «si è fatto uomo perché noi diventassimo come Dio; Egli si è reso visibile nel corpo perché noi avessimo un’idea del Padre invisibile, ed Egli stesso ha sopportato la violenza degli uomini perché noi ereditassimo l’incorruttibilità».

Vangelo

Matteo 5,14-19

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Epistola

Ebrei 13,7-16

 Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede.  Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!  Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono.  Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo.  Infatti i corpi degli animali, il cui sangue vien portato nel santuario dal sommo sacerdote per i peccati, vengono bruciati fuori dell'accampamento.  Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della porta della città.  Usciamo dunque anche noi dall'accampamento e andiamo verso di lui, portando il suo obbrobrio,  perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.  Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
 Non scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.

Inni

APOLITIKION

Στῦλος γέγονας ὀρθοδοξίας, θείοις δόγμασιν ὑποστηρίζων, τὴν Ἐκκλησίαν Ἱεράρχα Ἀθανάσιε· τῷ γὰρ Πατρὶ τὸν Υἱὸν ὁμοούσιον, ἀνακηρύξας κατῄσχυνας Ἄρειον· Πάτερ Ὅσιε, Χριστὸν τὸν Θεὸν ἱκέτευε, δωρήσασθαι ἡμῖν, τὸ μέγα ἔλεος.

Stilos ghègonas orthodhoxìas, thìis dhògmasin ipostirizon tin ekklìsian Ieràrcha Athanàsie, to gar Patrì ton Iiòn omoùsion anakirìxas katìschinas Arion Pàter òsie Christòn ton Theòn ikèteve dhorìsasthe imìn to mèga èleos.

Tu fosti colonna dell'ortodossia, sostenendo con dogmi divini la Chhiesa, o Gerarca Atanasio; tu infatti hai predicato il Figlio consustanziale al Padre e confondesti Ario. Padre santo, supplica Cristo Dio di concederci la sua grande misericordia.