Sinassario

Originario della Licia, i suoi genitori lo consacrarono a Dio fin dall'infanzia, così crebbe in un cenobio nell'esercizio della vita monastica; diventato adulto scelse di ritirarsi nei luoghi più solitari del suo paese. Poi, attorno al 451, si recò a Gerusalemme e, dopo aver venerato i Luoghi Santi, si ritirò in Giordania, dove, nel deserto, visse da anacoreta. Al tempo del Concilio di Calcedonia, lui, come gli altri anacoreti del deserto, aderì alla setta degli Aposchiti, ma, dietro le esortazioni di sant'Eutimio, Gerasimo aderì al dogma definito nel Concilio. Nel 455 il Santo fondò nel deserto della Giordania un cenobio con la laura al centro, dove la regola stabiliva che i principianti rimanessero nel cenobio e che quelli più anziani vivessero dal lunedì al venerdì separatamente nelle loro celle e che il sabato e la domenica andassero in chiesa a ricevere la Santa Comunione e a partecipare alla cena comune. Il Santo, che fu modello di disciplina e di vita per tutti coloro che avevano scelto di perseguire la vita monastica, morì il 5 marzo 475, all'inizio del regno dell'imperatore Zenone. La sua Laura, che aveva non meno di settanta anacoreti fu distrutta intorno al X secolo.
Nell'iconografia tradizionale san Gerasimo è rappresentato con un leone, questo perché nel “Prato Spirituale” in cui Giovanni Mosco riporta la vita del Santo si racconta del suo incontro un leone che zoppicava e, visto che aveva una spina nella zampa, lo curò. Per questo il leone rimase con lui e divenne compagno di un asino che trasportava l'acqua per il monastero. Un giorno il leone tornò da solo perché l'asino era stato rubato dai predoni, ma il Santo pensò che il leone lo avesse mangiato e per questo lo punì, imponendogli di portare l'acqua al posto dell'asino. Tempo dopo i predoni tornarono e con loro avevano l'asino e tre cammelli, il leone allora mise in fuga gli uomini e portò l'asino e i cammelli al monastero. A questo punto il Santo comprese quanto era accaduto e si scusò con l'animale; il leone continuò a vivere con lui per altri cinque anni, fino a quando il Santo non rese la sua anima a Dio, allora il leone si fermò sulla sua tomba e lì si lasciò morire.