Sinassario

La nascita di Nostro Signore Gesù Cristo fu festeggiata liturgicamente per la prima volta in Egitto, nella notte tra il 5 e il 6 di Gennaio, in occasione del solstizio d'inverno e in concomitanza con la festa della nascita di Ayon, dio pagano di Alessandria d'Egitto. Nel corso dei secoli la festa si diffuse in tutte le regioni dell'Impero Romano come ricorrenza liturgica delle tre Teofanie di Cristo, ossia delle sue diverse “manifestazioni”: la nascita, la manifestazione ai Magi e il battesimo nel fiume Giordano.

Nel corso del tempo la data del solstizio venne spostata al 25 Dicembre e, nel 274 d.C., in questa stessa data, l'imperatore Aureliano istituì a Roma la festa del “Natalis Solis Invicti”, cioè la festa della nascita del sole invitto. Feste simili ricorrevano in occasione del solstizio d'inverno in diverse regioni dell'impero.

Fu, poi, a Roma nel IV secolo che la festa della nascita di Gesù venne celebrata per la prima volta il 25 Dicembre, scorporandola dalle altre due teofanie rimaste nella data del 6 Gennaio. Dalla liturgia di Gerusalemme vennero acquisite cerimonie e numerose preghiere e l'usanza di celebrare la prima liturgia nel cuore della notte. A Gerusalemme, infatti, la Teofania era celebrata come la Pasqua, con due sacrifici eucaristici: uno dopo la veglia, nel mezzo della notte, nella Basilica di Betlemme, l'altro, di giorno, nella Basilica della Santa Resurrezione. Così anche a Roma l'Eucaristia venne celebrata due volte, una prima volta nel cuore della notte, a Santa Maria Maggiore, e poi, una seconda volta, di giorno, presso la tomba di San Pietro. Più tardi venne aggiunta anche una terza Liturgia.

In Oriente la festa del Natale venne introdotta da san Giovanni Crisostomo ad Antiochia, come egli stesso attesta nella sua omelia per il giorno della Natività del Salvatore. Qui, fin dal principio, il Natale è stato festeggiato come commemorazione di un evento storico, ponendo l'attenzione in modo particolare sulla meraviglia della nascita di Gesù dalla Vergine. È solo più tardi che il carattere popolare e poetico della festa orientale passò in Occidente, dove prenderà, soprattutto per l'influenza di San Francesco d'Assisi, un posto molto importante nel folclore dei paesi di tradizione latina. Fu lui, infatti, a fare il primo presepio vivente, che da allora sarà uno dei simboli principali di questa ricorrenza.

L'importanza assunta nel corso dei secoli dalla festa del Natale la fece diventare, dopo la Pasqua, la più importante festa cristiana, soppiantando quella della Teofania. La forma celebrativa delle tre teofanie festeggiate il 6 gennaio si conserva ancora oggi nella Chiesa Copta. Nella tradizione Romana la Nascita ricorre il 25 Dicembre, l'Adorazione dei Magi il 6 Gennaio e il Battesimo nel Giordano ricorre la Domenica successiva al 6 Gennaio, mentre nelle chiese di tradizione bizantina il 25 Dicembre si festeggia la Nascita e l'Adorazione dei Magi e il 6 Gennaio il Battesimo di Gesù.

L'adorazione dei Magi, al di là di ogni possibile ricostruzione storica, è considerata dai Padri della Chiesa il simbolo e la manifestazione della chiamata alla salvezza dei popoli pagani: i Magi furono l'esplicita dichiarazione che il Vangelo era da predicare a tutte le genti.

Vangelo

Matteo 2,1-12

 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:  «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».  All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.  Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.  Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

 E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele
».

 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella  e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
 Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.  Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.  Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.  Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

Epistola

Galati 4,4-7

 Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge,  per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli.  E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!  Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

Inni

 

Ἡ γέννησίς σου Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἀνέτειλε τῷ κόσμῳ, τὸ φῶς τὸ τῆς γνώσεως· ἐν αὐτῇ γὰρ οἱ τοῖς ἄστροις λατρεύοντες, ὑπὸ ἀστέρος ἐδιδάσκοντο, σὲ προσκυνεῖν, τὸν Ἥλιον τῆς δικαιοσύνης, καὶ σὲ γινώσκειν ἐξ ὕψους ἀνατολήν, Κύριε δόξα σοι.

I Ghènnisìs su, Christè o Theòs imòn, * anètile to kòsmo * to fòs to tis gnòseos; * en aftì gar i tis àstris latrèvondes * ipò astèros edhidhàskondo * se proskinìn * ton Ìlion tis dhikeosìnis, * ke se ghinòskin ex ìpsus * Anatolìn. Kìrie, dhòxa si.

Lindja jote, o Krisht Perëndia ynë, * shkrepi në jetë dritën e diturisë * se për të dhe adhuruesit e ylëzvet * nga ylli qenë të mësuar * të t’adhurojnë tyj si diellin e drejtësisë * dhe të njihjin si lindje prej së larti. O Zot, lavdi tyj.

La tua Natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel mondo la luce della verità. Per essa infatti gli adoratori degli astri vennero ammaestrati da una stella ad adorare Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te aurora celeste; o Signore, gloria a Te.

 

KONDAKION

Ἡ Παρθένος σήμερον, τὸν ὑπερούσιον τίκτει, καὶ ἡ γῆ τὸ Σπήλαιον, τῷ ἀπροσίτῳ προσάγει.Ἄγγελοι μετὰ Ποιμένων δοξολογοῦσι. Μάγοι δὲ μετὰ ἀστέρος ὁδοιποροῦσι. Δι᾿ ἡμᾶς γὰρ ἐγεννήθη, Παιδίον νέον, ὁ πρὸ αἰώνων Θεός.

I Parthènos sìmeron * ton iperùsion tìkti, * ke i ghì to spìleon * to aprosìto prosàghi. * Àngheli * metà Pimènon dhoxologùsi, * Màghi dhe * metà astèros odhiporùsi; * dhi’imàs gar eghennìthi * Pedhìon nèon, * o pro eònon Theòs.

Virgjëresha lindën sot * të përmbiqënëshmin Zot, * dheu shpellën i dhuron * atij çë është i paafruar. Ëngjëlit * bashkë me Barinjtë po lavdërojnë, * Magët dhe * po bashkë me yllin udhëtojnë; * se për ne Aì u lind * si Djalë i ri * i përjetshmi Perëndi.

Oggi la Vergine dà alla luce l’Eterno e la terra offre una spelonca all’Inaccessibile. Gli Angeli con i Pastori cantano gloria, i Magi camminano seguendo la guida della stella; poiché per noi è nato un tenero Bambino, il Dio eterno.