Sinassario

San Metodio nacque da genitori benestanti a Siracusa, in Sicilia, verso la fine dell'VIII secolo. Essendo un presbitero, attorno all'815 fu inviato a Roma come ambasciatore, a nome del Patriarca di Costantinopoli Niceforo, perché questi era stato esiliato da Leone l'Armeno. Dopo la morte di Leone, Metodio andò a Costantinopoli, ma siccome venne considerato un fanatico a causa della venerazione delle iconi, fu immediatamente esiliato in una fortezza in Bitinia dall'imperatore Michele il Balbuziente, successore di Leone.

Alla morte dell'imperatore, Metodio fu liberato, ma poiché anche il nuovo imperatore Teofilo si opponeva alla sua confessione di fede in favore delle immagini sacre, fu nuovamente imprigionato, in una grotta carsica, buia e maleodorante. Dal momento che per l'imperatore questo trattamento riservato a Metodio non era abbastanza disumano, ordinò che due ladri fossero rinchiusi nella grotta insieme a lui e quando uno di questi morì il cadavere per molto tempo non venne rimosso. Mentre il Santo era imprigionato fu un povero pescatore ad occuparsi dei suoi bisogni materiali.

Quando, nell'842, l'imperatrice Teodora rimase sul trono come reggente di suo figlio Michele, riuscì a far salire san Teodoro sul trono patriarcale di Costantinopoli e insieme, l'11 marzo 843, fecero celebrare un sinodo a Costantinopoli dove conclusero definitivamente la questione iconoclasta ripristinando definitivamente il culto delle sacre iconi, avvenimento che viene commemorato ogni anno nella Domenica dell'Ortodossia.

San Metodio governò la Chiesa di Costantinopoli per quattro anni, fino alla morte nell'846.

Epistola

Ebrei 5,4-10

Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse:
Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.
Come in un altro passo dice:
Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek.
Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek.