Sinassario

San Mena era dell'Egitto e visse il suo martirio nelle Cotyaeion di Frigia nel 296 durante il regno di Diocleziano e Massimiano. Di mestiere faceva il soldato ma in conformità al suo desiderio di vita piu autenticamente cristiana rinunciò al suo rango e si ritirò in una montagna per dedicarsi alla lotta ascetica e alla preghiera.

Pieno di zelo e di coraggio, un giorno si presentò in mezzo a una festa pagana a Cotyaeion e dichiarò di essere cristiano. Dopo aver provocato lo sconcerto dei presenti, fu arrestato e invitato a rinunciare alla sua fede. Al suo rifiuto venne torturato fino alla decapitazione. Con il passare del tempo il luogo del suo martirio in Egitto divenne meta di pellegrinaggi.

Epistola

2Corinzi 4,6-15

 E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
 Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.  Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;  perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,  portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.  Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale.  Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
 Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo,  convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.  Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio.