Sinassario

Figlio di un costruttore navale di nome Pampilio e di una donna di nome Sinope, nel Ponto, san Foca fu consacrato vescovo di Sinope e morì di spada e di fuoco sotto l'imperatore Traiano (98-117).

Epistola

2Timoteo 1,8-18

 Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio.  Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità,  ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo,  del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro.
 È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno.  Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono in Cristo Gesù.  Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito Santo che abita in noi.
 Tu sai che tutti quelli dell'Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermègene, mi hanno abbandonato.  Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non s'è vergognato delle mie catene;  anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché mi ha trovato.  Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli ha reso in Efeso, lo sai meglio di me.